lunedì 18 febbraio 2019

La Democrazia Diretta




La Vera Democrazia Diretta 

C’è un detto inglese che dice, “Don’t throw away the baby with the bath water.” Penso che sia quantomai attuale. Cosa vuol dire? Beh, l’immagine è quella di un neonato; avendo fatto il bagnetto,, il detto ci consiglia di non gettare il bimbo coll’acqua sporca. 

Perché ritengo sia attuale? Semplice, perché sono convinto che sia quello che i veri “poteri forti” ci vogliano far fare colla Democrazia Diretta. Alla fine i 5 Stelle si sono prestati ad un gioco diretto dalla Casaloggia; fare uno scempio dell’Italia nel nome a volte anche di concetti che andrebbero per lo meno approfonditi. Così, spaventata la popolazione, il concetto se ne va a remengo. 

Perché la Democrazia Diretta, quella vera, non è solo auspicabile, ma fattibile, e fa paura a chi è in conflitto cogli interessi della Democrazia.

Il problema è che quello che Grillo ed i sui discepoli chiamano Democrazia Diretta è una presa per il sedere grottesca e a mio avviso pianificata. I primi segni mi vennero quando vidi l’ex comico genovese parlare di cliccare come se si trattasse di Democrazia Diretta... E da lì in poi, fu solo uno sfacelo ben programmato. 

Vediamo di fare chiarezza. 

Intanto la Democrazia Diretta non può essere centralizzata; la Piattaforma Rousseau è ciò che di più centralizzato è falsificabile possa esistere. 

Da ciò seguono corollari anche per la sua implementazione. Va fatta lentamente e partendo dal basso e da comunità piccole. Che si dia il voto ai cittadini su questioni interne ad un comune (se spendere i soldi per un nuovo municipio o una scuola, per esempio) dà chiaramente opportunità di crescita sociale e democratica. Certo, anche in questi casi devono esistere garanzie di chiarezza ed onestà. Ai cittadini coinvolti si dovrebbero dare tutte le informazioni necessarie per fare una scelta informata; dal budget, come recuperare i soldi, progetti per i due edifici, opportunità di crescita e lavoro... Tutto, anche la marca della carta igienica proposta dai due progetti. 

Secondo, chi poi gestirà il progetto in nome dei cittadini farà solo quello che il mandato specifico lo/a autorizza a fare. Ed a suo rischio; sarà scrutinato/a continuamente e se imbroglia va dai Magistrati per direttissima. 

E già questo sarebbe un progetto grosso per iniziare in molte realtà; ma esempi più facili e meno rischiosi se ne possono trovare: da come attrezzare un percorso per atletica in un parco a come ristrutturare una piazza ecc. 

Quando tanti progetti di Democrazia Diretta di questo tipo diventeranno cosa comune sul territorio italiano, la gente acquisterà esperienza nel partecipare direttamente alla gestione del bene pubblico. Si arriverà magari anche a decidere come spendere i fondi dei ministeri, ed i ministri diventeranno quello che avrebbero dovuto essere da tempo: amministratori

Già si vede che ciò in piccoli comuni può essere fatto facilmente. 

Le conseguenze nell’implementazione graduale e strutturata della Democrazia Diretta sono che la gente pagherà di tasca propria se voterà per interessi personali invece che comunitari; e sì, perché questo diritto è basato sulla responsabilità del voto. 

Niente di più diverso da quello che succede oggi (letteralmente) dai sedicenti sostenitori della Democrazia Diretta. Non si è chiesto ai genovesi quale ponte volessero; invece, si chiede (con un quesito stravolto è fuorviante) se si vuol sottrarre un amico dalla Giustizia, cosa che non dovrebbe nemmeno essere possibile (la Magistratura deve avere diritto assoluto di perseguire i reati anche dei politici). 

Ancora una volta una farsa che invita a sentire l’adrenalina data dal potere senza nemmeno preoccuparsi di informare, figuriamoci responsabilizzare. 

Un altro punto importante della Democrazia Diretta è che non deve dipendere dall’informatica, anzi... Sono meglio, e molto più controllabili, i sassolini neri e bianchi in un’anfora. Alla fine se il cittadino medio non ha le conoscenze tecniche per fare da garante dell’onestà e trasparenza del metodo di voto, si spalancano le porte al broglio. Ed infatti dovrebbero essere cittadini estratti a sorte che fanno da scrutatori e controllori. 

Ovviamente bisognerebbe preparare la strada a tale cambiamento democratico; la gente dovrebbe avere tempo, luoghi e modo per informarsi e discutere. Ridurre l’orario di lavoro di due ore per adempire i propri doveri da cittadino in un paese dove si applica la Democrazia Diretta sembra tanto, ma considerando quello che si guadagnerebbe con meno politici e meno furti ai cittadini da parte di una classe che per natura tenderà alla corruzione... 

Forse stai pensando che tutto ciò può funzionare in comunità piccole, non in grandi stati... Beh, anche se fosse, l’Articolo 3 della nostra stessa Costituzione imporrebbe alla Repubblica di metterla in atto, anche se solo come tante agorà nei comuni e rioni italiani... Però c’è di più... Nonostante esistano questioni logistiche (e qualsiasi problema logistico è risolvibile) voi pensate che ogni ministro alla fine se gli va bene fa una riforma in 5 anni... La stragrande maggioranza del lavoro per la riforma è fatta da tecnici; il ministro si limita a farne questione politica... Ci rendiamo conto che gli italiani dovrebbero votare per dieci riforme l’anno massimo? Avremmo un mese per discutere ogni riforma nel dettaglio. E il ministro? Finirà a fare il suo lavoro; non gestire il potere, ma fare l’amministratore di una riforma studiata da tecnici e votata consapevolmente e con informazione trasparente e totale dal popolo. 

Capito perché la vera Democrazia Diretta non piace ai politici? 

Suona un po’ tutto come nell’Atene classica? Beh, ci siamo vicini. La realtà è che la Democrazia Diretta esiste da millenni ed è attualmente utilizzata con successo anche in zone d’Europa. Certo, là dove funziona non si vota con un click, ma di persona; là dove funziona esistono luoghi e tempi per l’informazione collettiva; là dove funziona è in mano al Popolo stesso, non ad una compagnia privata... 

Allora guardiamoci bene dallo scartare l’idea della Democrazia Diretta, quella vera, onesta e responsabile, solo perché i politici al governo con una farsa l’hanno messa in cattiva luce; alla fine, loro saranno incompetenti, ma chi li comanda sa bene cosa sta facendo...