lunedì 13 maggio 2019

Elezioni Europee 2019



Giardino d'Europa, Paesi Bassi

Votare o non votare: questo è il problema 

Ci siamo. Ci chiedono ancora di votare, ed a molti, le frasi che circolano nella testa sono del tipo: 

“Tanto sono tutti ladri.” 

“Il mio voto non cambia niente.” 

“Cosa serve votare in Europa?” 

“Sono anarchico/a e non voto.” 

“Non esiste il partito perfetto per me.” 

Vi capisco. Anzi, vi capisco benissimo... Io non sono uno che vota tanto facilmente né frequentemente. Ma questa volta è diverso. L’Europa è sotto assedio. Il piano di distruggerla per posi lasciare che Russia e USA si spartiscano gli staterelli che ne risulteranno tra loro due e in piena svolgimento. 

L’antieuropeismo è un sentimento costruito a suono di fake news, bots russi sui social, giornalisti collusi e sondaggi farlocchi. Tutto nel nome della paura. In gran Bretagna hanno paura di noi, noi abbiamo paura dei libici ecc... Cambiano gli attori ma il copione è lo stesso. 

Ora, in Italia abbiamo un’emergenza: sic chiama semplicemente fascismo. Ce l’hanno rifilato con nomi diversi per ingannarci, ma di fascismo si tratta. Coordinato dall’estero, come cento anni fa. 

Parliamo onestamente del non voto. Io sarò sempre il primo a rivendicare non solo il diritto di voto ma anche quello di non voto. A sinistra non si vota perché i partiti di sinistra non rappresentano più l’elettorato. Questo dovrà cambiare. Saranno i partiti a dover cambiare. Lo prescrive l’Art 3 della Costituzione tra l’altro. 

Ma ora abbiamo un’emergenza, e vi chiedo di votare, votare, votare, votare. Tappatevi il naso ed andate a votare. 

Intanto andiamo oltre il discorso del voto d’appartenenza. In Italia, si dice, “Io sono del PCI, di DP o Radicale.” Invece votare non significa diventare parte, seguaci, membri o sostenitori di un partito, significa firmare un contratto su un programma. Basta. Non c’è bisogno di affezionarsi. Forse questo vi aiuterà a tapparvi il naso? 

Ora vediamo i vari punti... 

Sono tutti ladri 

Non è vero. Intanto i controlli sui parlamentari europei sembrano molto, ma molto più efficaci che quelli sui parlamentari italiani. Non si possono nemmeno aumentare lo stipendio da soli, come fanno i parlamentari di quasi tutto il mondo. 

Inoltre, io ho dato uno sguardo ai candidati, ed è vero, c’è gente che va a cena con pregiudicati ecc. Ma ci sono anche persone la cui integrità è indubitabile. Specie nei partitelli che tanto vengono sfottuti. Certo, in Italia c’è chi vota il disonesto, e lo fanno spesso coscientemente, per ottenere favori (evasione piuttosto che la licenza per l’edicola...) Ma se chi è onesto non fa lo sforzo di trovarsi un/a candidato/a onesto/a, per forza ci ritroveremo furfanti al potere. 

Il mio voto non cambia niente 

Sapete quanti furono i non votanti alle politiche 2018? 18 milioni! Il 34% degli aventi diritto ed 1,5 milioni in più dei voti ricevuti dal governo... Ovvero la vera maggioranza. Se solo la metà andasse a votare, il fascismo non sarebbe nemmeno pensabile. La metà... 

Questo dato è stato riportato falsamente dai giornali (27%) per un motivo secondo me; il sistema lo teme. Far vedere ai non votanti il loro potenziale non è utile al loro programma.. 

Cosa serve votare in Europa?

Dai diritti umani alle leggi ambientali, dal diritto di viaggiare a quello di non essere invasi da vini geneticamente modificati sono tutte conquiste dell’Unione Europea. Infatti noi dobbiamo la Pace e Libertà che godiamo all’UE, e persino la nostra indipendenza da USA e Russia, che come sappiamo, stanno facendo comunella con quello che è di fatto un colpo di stato “soft” per disfare questa famiglia di nazioni. Immaginatevi una vita senza UE... Pensateci solo un minuto... 

Sono anarchico/a e non voto 

Beh, vero, gli anarchici tendono a non votare, ma non è un obbligo. Essere anarchici vuol dire contestare la fonte dell’autorità, non rifiutarsi di votare per principio... 

Non esiste il partito perfetto per me 

Neanche per me. Ma esistono priorità è la perfezione può aspettare. Alla fine, sceglierò il meno peggio per salvare il futuro dei nostri figli e delle nostre figlie. Non posso permettermi il lusso di impuntarmi, anche se su un principio, perché ce n’è uno più importante in grave pericolo, ed è quello che rende possibile l’espressione di tutti gli altri: la Democrazia è in pericolo di vita; dobbiamo salvarla. 

Allora, se per salvare la Democrazia mi dovrò tappare il naso... Beh, bene, meglio tapparsi il naso che affogarci dentro, per essere concisi. 

venerdì 5 aprile 2019

Il Sovranismo Servizievole



... Ovvero, il sovranismo in poche parole

C’è un detto inglese, “follow the money” (ovvero, segui i soldi e troverai l’artefice) che serve benissimo ad introdurre la realtà del sovranismo. Sappiamo che il “populismo” (parola incorretta, trattasi di demagogia - il Populismo è un’altra cosa) è uno specchietto per le allodole per nascondere i veri interessi che si celano dietro il cosiddetto sovranismo e antieuropeismo. 

Ė ormai chiaro a tutti che questi movimenti sono coordinate da dietro le quinte in tutta Europa e negli USA. Ma da chi? Molti penseranno a Putin, ma a chi, oltre lui e Trump, interessa che il progetto europeo fallisca? 

Vi ricordate quando l’UE dovette intervenire sulla crisi in Grecia? Ci fu un’idea che venne scartata immediatamente ma che si diffuse molto in Gran Bretagna tra chi pensa razionalmente. Beh, invece di fare prestiti tramite banche (che poi guadagnano sugli interessi) all Grecia, forse le si poteva cancellare il debito che aveva coi paesi UE? Agli Stati membri non sarebbe cambiato niente, ma alle banche sì... 

Non a caso la GB è stata spinta a calci e suon di truffe in una crisi istituzionale nel nome della “sovranità popolare” prima che il piano si avventasse contro gli altri paesi europei. Quel concetto era pericoloso. 

Ora, immaginiamo che l’UE vada verso una federazione di stati... È chiaro che tra stati della stessa federazione, i debiti si annullano o livellano a vicenda. E le banche perderebbero centinaia di miliardi (forse triplicarsi) di interessi su 729 debiti tra stati tra i più alti del mondo... Ogni stato nell’UE ha 27 debiti con gli altri 27 membri, con cui lo stato ha rapporti molto vicini, quindi i debiti cogli altri membri dell’Unione sono sempre tra i maggiori che ogni stato ha.. 

Ai vertici del sovranismo lo sanno, ma sono le povere pecore che beata o ogni slogan che viene messo loro in bocca per distrarre gli elettori dalla realtà, coloro che hanno subito la il lavaggio del cervello della propaganda fascista, a non accorgersi che servono gli stessi “poteri forti” che dicono di combattere... 

Più che di sovranismo, si tratta di servilismo alle banche. 

lunedì 18 febbraio 2019

La Democrazia Diretta




La Vera Democrazia Diretta 

C’è un detto inglese che dice, “Don’t throw away the baby with the bath water.” Penso che sia quantomai attuale. Cosa vuol dire? Beh, l’immagine è quella di un neonato; avendo fatto il bagnetto,, il detto ci consiglia di non gettare il bimbo coll’acqua sporca. 

Perché ritengo sia attuale? Semplice, perché sono convinto che sia quello che i veri “poteri forti” ci vogliano far fare colla Democrazia Diretta. Alla fine i 5 Stelle si sono prestati ad un gioco diretto dalla Casaloggia; fare uno scempio dell’Italia nel nome a volte anche di concetti che andrebbero per lo meno approfonditi. Così, spaventata la popolazione, il concetto se ne va a remengo. 

Perché la Democrazia Diretta, quella vera, non è solo auspicabile, ma fattibile, e fa paura a chi è in conflitto cogli interessi della Democrazia.

Il problema è che quello che Grillo ed i sui discepoli chiamano Democrazia Diretta è una presa per il sedere grottesca e a mio avviso pianificata. I primi segni mi vennero quando vidi l’ex comico genovese parlare di cliccare come se si trattasse di Democrazia Diretta... E da lì in poi, fu solo uno sfacelo ben programmato. 

Vediamo di fare chiarezza. 

Intanto la Democrazia Diretta non può essere centralizzata; la Piattaforma Rousseau è ciò che di più centralizzato è falsificabile possa esistere. 

Da ciò seguono corollari anche per la sua implementazione. Va fatta lentamente e partendo dal basso e da comunità piccole. Che si dia il voto ai cittadini su questioni interne ad un comune (se spendere i soldi per un nuovo municipio o una scuola, per esempio) dà chiaramente opportunità di crescita sociale e democratica. Certo, anche in questi casi devono esistere garanzie di chiarezza ed onestà. Ai cittadini coinvolti si dovrebbero dare tutte le informazioni necessarie per fare una scelta informata; dal budget, come recuperare i soldi, progetti per i due edifici, opportunità di crescita e lavoro... Tutto, anche la marca della carta igienica proposta dai due progetti. 

Secondo, chi poi gestirà il progetto in nome dei cittadini farà solo quello che il mandato specifico lo/a autorizza a fare. Ed a suo rischio; sarà scrutinato/a continuamente e se imbroglia va dai Magistrati per direttissima. 

E già questo sarebbe un progetto grosso per iniziare in molte realtà; ma esempi più facili e meno rischiosi se ne possono trovare: da come attrezzare un percorso per atletica in un parco a come ristrutturare una piazza ecc. 

Quando tanti progetti di Democrazia Diretta di questo tipo diventeranno cosa comune sul territorio italiano, la gente acquisterà esperienza nel partecipare direttamente alla gestione del bene pubblico. Si arriverà magari anche a decidere come spendere i fondi dei ministeri, ed i ministri diventeranno quello che avrebbero dovuto essere da tempo: amministratori

Già si vede che ciò in piccoli comuni può essere fatto facilmente. 

Le conseguenze nell’implementazione graduale e strutturata della Democrazia Diretta sono che la gente pagherà di tasca propria se voterà per interessi personali invece che comunitari; e sì, perché questo diritto è basato sulla responsabilità del voto. 

Niente di più diverso da quello che succede oggi (letteralmente) dai sedicenti sostenitori della Democrazia Diretta. Non si è chiesto ai genovesi quale ponte volessero; invece, si chiede (con un quesito stravolto è fuorviante) se si vuol sottrarre un amico dalla Giustizia, cosa che non dovrebbe nemmeno essere possibile (la Magistratura deve avere diritto assoluto di perseguire i reati anche dei politici). 

Ancora una volta una farsa che invita a sentire l’adrenalina data dal potere senza nemmeno preoccuparsi di informare, figuriamoci responsabilizzare. 

Un altro punto importante della Democrazia Diretta è che non deve dipendere dall’informatica, anzi... Sono meglio, e molto più controllabili, i sassolini neri e bianchi in un’anfora. Alla fine se il cittadino medio non ha le conoscenze tecniche per fare da garante dell’onestà e trasparenza del metodo di voto, si spalancano le porte al broglio. Ed infatti dovrebbero essere cittadini estratti a sorte che fanno da scrutatori e controllori. 

Ovviamente bisognerebbe preparare la strada a tale cambiamento democratico; la gente dovrebbe avere tempo, luoghi e modo per informarsi e discutere. Ridurre l’orario di lavoro di due ore per adempire i propri doveri da cittadino in un paese dove si applica la Democrazia Diretta sembra tanto, ma considerando quello che si guadagnerebbe con meno politici e meno furti ai cittadini da parte di una classe che per natura tenderà alla corruzione... 

Forse stai pensando che tutto ciò può funzionare in comunità piccole, non in grandi stati... Beh, anche se fosse, l’Articolo 3 della nostra stessa Costituzione imporrebbe alla Repubblica di metterla in atto, anche se solo come tante agorà nei comuni e rioni italiani... Però c’è di più... Nonostante esistano questioni logistiche (e qualsiasi problema logistico è risolvibile) voi pensate che ogni ministro alla fine se gli va bene fa una riforma in 5 anni... La stragrande maggioranza del lavoro per la riforma è fatta da tecnici; il ministro si limita a farne questione politica... Ci rendiamo conto che gli italiani dovrebbero votare per dieci riforme l’anno massimo? Avremmo un mese per discutere ogni riforma nel dettaglio. E il ministro? Finirà a fare il suo lavoro; non gestire il potere, ma fare l’amministratore di una riforma studiata da tecnici e votata consapevolmente e con informazione trasparente e totale dal popolo. 

Capito perché la vera Democrazia Diretta non piace ai politici? 

Suona un po’ tutto come nell’Atene classica? Beh, ci siamo vicini. La realtà è che la Democrazia Diretta esiste da millenni ed è attualmente utilizzata con successo anche in zone d’Europa. Certo, là dove funziona non si vota con un click, ma di persona; là dove funziona esistono luoghi e tempi per l’informazione collettiva; là dove funziona è in mano al Popolo stesso, non ad una compagnia privata... 

Allora guardiamoci bene dallo scartare l’idea della Democrazia Diretta, quella vera, onesta e responsabile, solo perché i politici al governo con una farsa l’hanno messa in cattiva luce; alla fine, loro saranno incompetenti, ma chi li comanda sa bene cosa sta facendo... 

sabato 12 novembre 2016

La Televisione ed il Risveglio

Spegnamo il Grande Fratello 






Nel Regno Unito, un milione di canoni telefonici vengono disdetti ogni anno; un milione di famiglie spengono il Grande Propagandatore... Ho cercato di trovarne dati per l’Italia, ma in vano; sembra che non se ne voglia, o non se ne possa, parlare. L’unico dato che ho trovato è che tra il 2013 ed il 2014 il numero di gente che paga il canone è calato.

Purtroppo, è esperienza comune vedere famiglie e persone che accendono questo cugino di campagna del Grande Fratello ancor prima di far colazione, per poi subirne l’influenza sino a che vanno a dormire (ed oltre? Chi lo sa quanto la televisione influenza i nostri sogni? Neppure quelli ci vogliono lasciare...)

Scommetto che è successo anche a te di provar a dire una parola davanti all’ultimo giochino o all’ennesimo ‘reality show’ (ironia, ironia...) e di aver scoperto che parlare davxanti al vero ‘padrone di casa’ semplicemente non è consentito. La tua opinione, informata o no, data per amore o come avviso, non è più lecita; tutto ciò che conta è quello che una corporazione (segui i soldi e troverai i soliti ignoti) insegna ai nostri amici ed ai nostri familiari.

Beh, strano, ora vengo a sapere che il canone è stato ridotto, e che lo si pagherà (per render le cose ‘più facili’ o a parer mio per evitare che la gente si accorga che si può spegnere questo strumento di controllo collettivo) con altre bollette. Allora, sinché non si esce dal grid, ci si deve fidare dell’ultimo ‘esperto’ che ci presentano nei commenti – sempre più mainstream – che seguono telegiornali già disegnati per vendere prospettive che fan comodo a chi? Non a noi, non ai risvegliati, non alla gente comune.

Così, le guerre ci vengono vendute come videogiochi, l’orribile realtà su cosa sta succedendo in questo mondo, un mondo che soffre ben oltre l’accettabile ed il concepibile, un mondo profondamente ingiusto, viene nascosta; gli italiani si devono occupare di chi vince un concorso di bellezza piuttosto che informarsi sui tanti, ma veramente tanti, crimini contro il Pianeta e contro l’Umanità che la nostra società (specie?) sta commettendo. Quello che conta è l’ultima polemica inutile e presto dimenticata o l’ultimo specchietto per le allodole che ci viene offerto da pupazzi politici e mass media...


La mia proposta? Una giornata nazionale senza televisione... Finalmente ci si potrà parlare, incontrare, si potrà scoprir la voce degli uccelli, il canto del mare, il profumo delle rose e chissà, forse ci si potrà pure abbracciare. 

martedì 1 novembre 2016

Vegetarianismo in Italia


Una questione culturale

I problemi culturali che i vegetariani italiani incontrano tutti i giorni.



Non è facile diventare vegetariani in Italia; per fortuna, io diventai vegetariano in Inghilterra, dove il movimento ha preso radici e dove è molto più comune essere vegetariani. Purtroppo in Italia il vegetarianismo è un affare complicato..

Per questioni culturali, è difficile spiegare il vegetarianismo ad un paese cresciuto a pane e salame... Vai a spiegare che ci sono proteine migliori nella verdura che nella carne in un paese ancora influenzato da prospettive del dopoguerra quando mangiare una bistecca era un segno di salute (finanziaria, si sa ora, più che fisiologica); così si guarda all’Oriente e il gap generazionale offre due prospettive diverse: mentre colore che almeno hanno conosciuto l’esperienza dei Figli dei Fiori guardano a culture più illuminate che esistono da millenni ove nasce il Sole con rispetto ed ammirazione, coloro che si formarono al buio della Seconda Guerra Mondiale, poi cresciuti nella plastica del Baby Boom, convinti che avere una macchine, seppur piccola, fosse la più grande aspirazione una persona possa avere nella vita, poi asfissiati da Seveso, non solo fisicamente, ma poi pure moralmente ed eticamente, in un paese che ancora offriva soluzioni campanilistiche ad una crescita individuale sebbene globale, dove il paese era già un orizzonte troppo vasto per troppi, pensare allo specismo è come aspettarsi che gente, non per colpa loro, ma, lo si sa, per influenza di viva la Rai in provincia di Fininvest e di tutte le altre frazioni di pupazzi mediatici, possa capire che esista un mondo oltre Frittole...

Poi c’e la generazione rimbecillita dai videogiochi; non è facile apprezzare la Natura, non è facile capire che anche una mosca soffre, quando si passa gran parte della vita sterminando innumerevoli personaggi ironicamente ‘animati’ sebben artificiali ed ancor più ironicamente ‘virtuali’; diciamocela com’e... sono cresciuti in un mondo finto, dove la finzione cerca di sostituirsi alla realtà. Da Frittole nella Braciole...

Nonostante ciò, la generazione più giovane potrebbe avere un vantaggio rispetto alla generazione cresciuta col rumore orrendo delle bombe (le bombe, ormai, lo si sa, tuonano solo in paesi lontani, ed il loro incubo ci raggiunge solo su schermi sterilizzati, come videogiochi... appunto). Il vantaggio, forse, è che parlano con risvegliati e vegetariani della generazione precedente – o almeno spero.

Il gap generazionale, più vasto in Italia che in altri paesi, non aiuta i vegetariani, che hanno ancora difficoltà a spiegarsi...

Beh, lasciando le cause a chi un esame di coscienza doveva farselo già tanto – ma tanto – tempo fa, pensiamo ai tanti vegetariani Italiani, solo il 7,1% della popolazione. Va bene, pensiamo ad una vegetariana o ad un vegetariano colla famiglia in quella festa una volte forse ancora significative, ma oggi ridotta ad un esercizio commerciale triste e vuoto di significato, ma mai sempre da rispettare per tradizioni in nome famigliari, ma in realtà imposte culturalmente ‘dall’alto’ (guarda in celo dove e vedi banche e corporazioni con interessi così arroganti ed una sete di potere che ci lascia tutti come Beduini nel Sahara, in cerca di gocce lasciate ‘per caso’ o per seguir una pista sviante, corrompente, retrograda ed egoista per necessità), e si scopre quanto sia facile sbattere sul menù natalizio pesce e carne e celebrare il risveglio della Natura colla morte di altri esseri e qualche regalo comprato perché – è chiaro – per un giorno all’anno, noi la bontà la compriamo al supermercato (o se te lo permetti, in qualche negozio di lusso, che è più buona certamente). Così, mentre sicuri della nostra bontà ci abbuffiamo riempiendoci la pancia di cadaveri d’esseri che han sofferto per la nostra cultura, per un giorno la televisione dimentica tutti i guai del mondo, volta la faccia dai miliardi di bambini che soffrono, ci fa vedere film buonisti e certamente non ci ricorda che quello che stiamo mangiando ha inflitto sofferenze scandalose a milioni di altri esseri... Va beh, allora è così che si diventa tutti buoni a Natale... Con un gioco da prestigiatori... Dai in calcio in culo alla realtà e sentiti un santo perché hai i soldi per comprarti un fagiano, o ancor più santo se ti permetti l’aragosta ed uno spumante costoso... La vendita delle indulgenze non è finita; si è solo modernizzata...

E vallo a spiegare a chi non vede oltre Frittole...

Poi penso a coloro che scelgono il vegetarianismo e vivono ancora a casa; la Mamma che soffre perché la figlia o il figlio appaiono non rispettare tanti anni di cucina amorosa, e non capisce che non è colpa sua... Il Papà incazzato perché il figlio sembra quasi sfidarlo, e sfidare secoli di tradizione familiare...

Non sono cose facili da spiegare; e ti chiedono cosa succederà al vitellino se non lo mangiamo... La tentazione di dir che sta meglio in un campo che nello stomaco nostro è troppo forte, ma la domanda vera è un’altra: da dove arriva tutta questa disinformazione? Chi, o meglio cosa, non ha mai spiegato alle generazioni che ci hanno preceduto come funziona l’idolo mercato? Perché per loro è chiaro, o così appare: se mio figlio o mia figlia diventano vegetariani, tutti i contadini rimangono disoccupati e cosa ne facciamo di tutti questi animali? Improvvisamente, se sentono in colpa per animali che finora hanno solo saziato appetiti... E da dove viene questa disinformazione? Non si è accorto nessuno, tra coloro che temono (per influenza o interessi finanziari) che il vegetarianismo si sta diffondendo gradualmente?


Sono cose difficili da spiegare; il più grande problema per una vegetariana o un vegetariano non è rinunciare a carne o pesce, ma affrontare discussioni in famiglia con persone malinformate e troppo, ma veramente troppo, influenzate da una cultura che non rispetta, che non vuol cambiare, idolatra del denaro, che non vuol farci guardare oltre Frittole...